Mantegna - Compianto sul Cristo morto -
Stefano Cucchi
La striste ed incresciosa vicenda di Stefano Cucchi e le immagini di quel corpo crudelmente straziato, disteso sul tavolo anatomico, avvolto in un incerata verde , come fosse una "cosa " da destinare, a quel punto al nulla, mi ha turbato. A quella vista, due immagini si sovapponevano nella mente come in una ossessiva duplice dissolvenza: quelle del corpo di Stefano e il quadro di Mantegna che raffigura "Il compianto sul Cristo morto".
Mi hanno turbato le impronte di quel martirio, mi hanno turbato le dichiarazioni imbarazzate ed imbarazzanti dei funzionari, chiamati nei talk show ,a difendere la correttezza delle procedure, mi ha indignato l'inciviltà, l'assenza di "pietas", la possibilità che alla privazione della libertà, che la nostra democrazia identifica come espiazione ,si sia aggiunto il suplizio e la violenza.
Non ricordo chi abbia detto : "Si capisce il grado di civiltà di una nazione, visitando le sue carceri", e questa morte pesa sulla nostra coscienza civile , incrina la fiducia nella nostra civiltà, interroga con angoscia, su come sia potuto succedere.
La direzione generale degli Istituti di pena, ha pubblicato le risultanze delle indagini ,affermando che le vicende che hanno portato alla morte di Stefano Cucchi, sono l'esempio : "di una incredibile continuativa mancata risposta alla effettiva tutela dei diritti, in tutte le tappe che hanno visto Stefano Cucchi, imbattersi nei vari servizi di diversi organi pubblici". Ora la relazione è stata trasmessa alla Procura di Roma per le valutazioni e per le azioni conseguenti.
Ho atteso prima di parlarne e non voglio esprimere generici giudizi di colpevolezza sugli organi di polizia. Sono fermamente convinto che la stragrande maggioranza dei suoi componenti agisca nel rispetto delle leggi, delle persone e dei loro diritti, pur nelle difficoltà operative e nelle carenze strutturali e di organico; ma sono altresì convinto che la salvaguardia di questa stima e di questa fiducia, debba necessariamente sottostare alla individuazione delle responsabilità di chi ha sbagliato, al loro isolamento, alla loro condanna.
Le azioni e i commenti dell' IDV - Limbiate
All'apertura del Consiglio Comunale del 6 Novembre u.s. il consigliere Michelangelo Campisi, ha chiesto di osservare un minuto di silenzio, in segno di cordoglio per la famiglia , di richiesta di verità, " un minuto di silenzio diverso dal solito, per isolare le mele marce che si vestono con una divisa per umiliare le istituzioni che rappresentano, senza rispetto per la storia coraggiosa del corpo a cui appartengono."
Il consigliere Zamin, a nome della maggioranza ,esprime condivisione in merito alla posizione del gruppo IDV e si associa alla unanime sensibilità sul tema, indicando tuttavia che è in corso un indagine e che gli elementi di verifica e giudizio sono ancora pochi. Ricorda inoltre che il Ministro Alfano ha espresso la volontà di approfondire la vicenda.
Ritiene sia ancora prematuro esprimere giudizi e rimanda nell'attesa, alle valutazioni che usciranno dalle indagini in corso . Deplora quanto è avvenuto, ma sospende per il momento ogni forma di sostanziale giudizio. Non dice no al minuto di silenzio , ma chiede si attendano maggiori elementi di valutazione e ritiene inadeguata ,in quel momento ogni manifestazione, pur simbolica di giudizio.
Il giorno successivo un articolo anonimo pubblicato sul Blog dell'IDV titolava: "Cucchi, dalla maggioranza NO a minuto di silenzio".
Oggi abbiamo le conclusioni di un indagine svolta dalla direzione generale delle carceri, sulla morte di Stefano Cucchi , arrestato e deceduto all'ospedale "Sandro Pertini " di Roma, dove fu ricoverato per le fratture riportate, a seguito delle percosse subite nella cella di sicurezza del tribunale, secondo l'ipotesi investigativa della magistratura; non si sa dove , quando e da chi secondo l'Amministrazione penitenziaria.
La relazione del Dap, non trae conclusioni sulle violenze e le percosse , rimettendosi agli esiti dell'indagine giudiziaria, tuttavia un dato è certo , ci sono state mancanze ed omissioni nella trafila della mancata assistenza ; ci sono il diritto negato ai genitori di vedere il figlio e di averne notizie e c'è l'ancor più assurda e disumana comunicazione ai genitori della morte di un figlio ,attraverso la gelida notifica del decreto, che ne disponeva l'autopsia.
Che fine ha fatto la "pietas" ?
Un minuto di pesante silenzio
Oggi, un minuto di silenzio per la morte di Stefano Cucchi diventi ancora più profondo , perchè meglio si oda nelle coscienze, l'emblematico grido di tutte le vittime di una cattiva giustizia , di tutte le persone ingiustamente private della libertà; di chi ha subito, accanto alla prevista detenzione , anche delle pene aggiuntive, indegne di un paese civile.
Si levi ora dal pesante silenzio il grido, per la carcerazione usata come mezzo di confessione, per le strumentalizzazioni che minano la fiducia nella giustizia, per la spettacolarizzazione della giustizia, per le lunghe attese di chi aspetta giustizia, per la giustizia distillata su misura, applicata o non applicata secondo le circostanze .
Si operi un necessario distinguo, tra l'utilità nella lotta al crimine dei collaboratori di giustizia e le calunniose confessioni prive di riscontri, dei vecchi " pentiti" e di quelli recenti , nuovamente al centro delle cronache, che tengono in scacco la politica di una nazione danneggiandone l'immagine internazionale .
Mi associo allo sdegno per la morte di Stefano ; ma scrivano con onestà ,gli anonimi Blogger dell'-IDV Limbiate-, anche del malessere diffuso che pervade l'amministrazione della giustizia nel nostro paese e si dimostrino capaci di un minuto di indignazione ,per gli effetti che un tale malessere potrà avere sul nostro presente e sul nostro futuro .
Tuttavia , forse risponderanno NO.
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