Vittorio Alfieri, -Vita, IV,18 -Opinioni, quante se ne vuole;individui offesi, nessuni; costumi rispettati , sempre: queste sono state e saranno sempre le sole mie leggi;nè altre se ne può ragionevolmente ammettere nè rispettare.
Cesare Cantù,-Attenzione- Quando un opinione falsa si innesta nella società, importa combatterla, altrimenti essa s'arroga il titolo di senso comune.
Emile Gondinet - Pensées- J'ai porté mes convictions à gauche, au centre, à droite ! Elles sont demeurées inébranlables. ( Ho portato le mie opinioni a sinistra , al centro, a destra; e sono rimaste incrollabili).
Gustave Le Bon - Aphorisme du temps présent-Les mots et les formules beaucoup plus que la raison créent la majorité des nos opinions. (Le parole e le formule molto più della ragione, creanola maggior parte delle nostre opinioni).
Ovidio - Tristia, I, 1,26- Causa patrocinio non bona peior erit.( Una causa cattiva peggiora col volerla difendere).
Walter Savage Landor - Immaginary conversation, Epicurus -Paradox is dear to most people: bears the appearence of originality; but is usually the talent of the superficial, the perverse and the obstinate. (Il paradosso è caro a molta gente: ha l'apparenza dell'originalità, ma di solito è il talento dei superficiali, dei perversi e degli ostinati).
"Un tal costume rende gli uomini falsi e coperti: Chiunque può sospettare di vedere in altri un delatore .... Infelici gli uomini quando sono giunti a questo segno"
Esistono due categorie ben distinte di bloggers: quelli che si firmano mettondoci la faccia e quelli che non si firmano, gli anonimi a cui la faccia conviene nasconderla.
I primi hanno il coraggio di sottoscrivere i loro articoli con onestà intellettuale, i secondi si nascondono e vagano in una specie di girone mediatico, ignoti alla gran parte dei lettori, ma sostenuti, in ragione della pavida invisibilità ,da un solo principio : una militante faziosità ,che è cieca nella critica, tendenziosa nell'analisi, inquinata nelle fonti, ma pronta a lanciare la pietra, raccolta nella melma dello stagno dei fantasmi e veloce nel nascondere la mano .
E' un curioso fenomeno sempre esistito,tipicamente italiano : è l'abitudine della lettera anonima . L'anonimato rappresentò nel periodo fascista l'80% delle delazioni ;si pensi , in quel nefasto periodo, ai delatori della porta accanto (erano pronti a denunciare il vicino per prendere la sua casa), le lettere anonime nel periodo delle leggi raziali ( 5.000 lire per un ebreo.) E che dire dei regimi comunisti, dove si denunciava per un pezzo di pane !
Ora il costume si è adeguato all'attuale era dei bit elettronici, con i blog curatissimi nella veste grafica, gestiti in modo ineccepibile quanto ad abilità informatica , ma scritti da soggetti invisibili.
Pare che i blogger anonimi siano addirittura una specie in evoluzione, inizialmente si mascheravano con pseudonimi entrando nei "social forum" e pubblicavano le loro audaci , anonime intuizioni, commentando tutto ed emanando dal loro informe ectoplasma , critiche a tutti.
Sapevano di rimanere coperti sotto l'anonimato dei loro "nick name". - Che fegato ragazzi !
Oggi circolano blog con articoli scritti da ignoti autori, sono nati in seno alla lotta politica, fanno campagna elettorale nell'anonimato, fanno la morale, lasciano commenti astiosi, scrivono pamphlet inquisitori, tra il polemico e il satirico, genericamente critici ed irriverenti ; ma rigorosamente anonimi.
Probabilmente da invisibili è più semplice ,meno faticoso fare politica, a differenza del Blogger intelletualmente onesto, che cura un proprio spazio, propone i suoi pensieri, esprime le sue opinioni, si augura che sempre più persone lo vedano e lo leggano, mettendoci la propria faccia e la propria firma.
Per la Corte Suprema Britannica "pubblicare articoli su un blog è da considerarsi un attività pubblica. Dunque non esiste alcun valido motivo per restare anonimi". Questa sentenza è stata emessa a seguito della scoperta da parte del quotidiano "Times", dell'identità di un autore del blog anonimo " Night Jack". Per i giudici britannici l'obbligo di rivelare le generalità dei blogger, è la emanazione di un diritto dei cittadini e dei lettori di conoscere l'identità di chi scrive e pubblica.
Fine dell'anonimato per i sudditi di sua maesta la regina. Inizio forse del riconoscimento per i cittadini italiani del diritto a sapere con chi abbiamo a che fare, dopo un bit o dietro un monitor ?
La dimensione sociale del quartiere Il quartiere ha una dimensione sociale, che comprende l'area in cui un individuo vive e interagisce con gli altri e in cui è impegnato nella ricerca di amici e nella partecipazione alle attività della comunità ed una dimensione fisica , cioè un area che si può definire , cartina alla mano,differenziabile dalle altre zone urbane: è la dimensione in cui l'individuo "si sente a casa," è insomma quello spazio in cui egli si identifica appieno
" Vecchi che facciano di professione il vecchio non ne conosco nessuno. Io sono vecchio, ma non saprei dire da quando lo sono , perchè non ho mai avuto la sensazione di passare un limite, così da dire: - Adesso faccio il vecchio" ( IGNAZIO SILONE 1900 - 1978 )
Carissimi "Anziani",
ho sempre riconosciuto in Voi, la memoria della nostra cultura, delle nostre radici e un impareggiabile patrimonio di esperienza e di saggezza. Siete le persone che hanno contribuito a collocarci nella condizione di benessere che la nostra società sta vivendo.
Siete coloro che hanno donato senza nulla chiedere, a cui spesso sono capitati figli che senza alcun segno di gratitudine , senza compassione,tutto chiedono senza nulla dare.
Ma ciò che sempre più rattrista è l'esclusione all'interno della stessa famiglia.Vi siete formati in una società ove il "nonno", anche se con un affievolità capacità fisica, era un autorità al vertice della piramide familiare.
L'attuale società pone al centro degli interessi la produttività , il successo, l'apparenza, il consumo rapido e sfacciato , un individualismo esasperato e in continua competizione . Alcuni di voi oggi, provano sulla pelle la bruciante ferita , apertasi tra la società di un tempo e quella attuale, ferita che nel conto quotidiano della vita si chiama solitudine. Alcuni di voi senza clamori,per pudore o riservatezza, sopportano in silenzio quelle situazioni di disagio esistenziale, per le modeste e insufficienti condizioni economiche, che nel linguaggio della sociologia, si riassumono nel concetto di emarginazione.
Molte cose sono state fatte in termini di servizi ed opportunità, molte ne rimangono da fare; ma la più importante è quel cambio di prospettiva, che serve ad identificare quella parte di noi stessi, che gli attuali modelli sociali tendono a farci rimuovere e dimenticare; quella parte di vita che negli altri si chiama: malattia, bisogno, solitudine,vecchiaia.
Il mio augurio in occasione della Vostra festa , è quello di vedere sempre meno Anziani , che facciano di professione l'anziano, ma Persone inserite nella società con l'interesse e la funzione più nobile: quella di dare e ricevere Amore ,pieni di luce, padroni di sè, risorsa unica ed irripetibile per la società e le loro famiglie, forti della consapevolezza, che si diventa veramente vecchi solo quando si smette di credere che potenzialmente tutto è possibile.
Consapevoli che se anche qualcosa è accaduto, se la pelle non è più liscia, i capelli non sono più folti, i movimenti sono lenti; tutto ciò è un fatto secondario. Quello che conta per noi è la loro storia come Persone, ciò che ci guida è l'amore per la loro bellezza, ciò che ci affascina è il cammino che vogliamo continuare a fare con loro, ciò che assieme vogliamo condividere sono i valori , ciò che chiediamo è il miglioramento della loro qualità di vita, della loro sicurezza ed autonomia economica. Tenendoci per mano e sfidando con loro, lo scorrere del tempo.
Sono un cristiano, sono nato in una famiglia dalle tradizioni cattoliche, ho ricevuto una formazione religiosa cattolica, ho anche ricevuto una educazione scolastica in un collegio arcivescovile. Non sono un modello di cattolico ,così detto praticante; ma conservo come fosse impresso nel mio DNA quel bagaglio di valori e di principi, su cui è cresciuta la storia, la cultura, l'arte, la letteratura , il diritto,la spiritualità, l'umanesimo degli italiani e degli europei.
Ma anche degli innumerevoli popoli dove, pur nelle diverse ed in alcuni casi contrapposte aspirazioni religiose, il messaggio cristiano è stato il precursore , dei valori di tolleranza, di valorizzazione della persona, di rispetto per la libertà, di rifiuto di ogni discriminazione, di solidarietà umana, di indipendenza della coscienza morale nei confronti dell'Autorità civile; ma anche di rispetto delle istituzioni statali e di osservanza degli ordinamenti che l'autorità civile ci consegna ed a cui ci chiede di obbedire.
Mi indigna la sentenza con cui la corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, chiede la rimozione del crocefisso dalle scuole e dagli uffici pubblici; accogliendo il ricorso della Signora Soile Lautsi Albertin , la quale ritiene di non veder garantito il pricipio di laicità dello Stato. nell'istituto frequentato dai suoi figli, a causa del crocefisso presente nelle aule.
Per chi come me è credente, i principi e il messaggio cristiano, si completano e si proiettano in una prospettiva di speranza, non solo terrena, ma sono riflessi sul destino ultimo dell'uomo e dell'universo ed influenzano in modo significativo la nostra visione del mondo e il nostro comportamento quotidiano, non disgiunto dalla ferma convinzione, che tutto quanto si trovi entro lo Stato ed i suoi poteri, abbia una propria identità e chieda una specifica osservanza, che non contrasta con quegli stessi principi alla base del messaggio cristiano, alla cui luce sovente le carte Costituzionali si sono conformate.
Chi , ritiene che il crocefisso possa indebolire il principio di laicità dello Stato democratico e muove le proprie azioni e il proprio pensiero entro i limiti di un esistenza concepita in veste puramente immanentista, o nel più asettico laicismo; non può disconoscere che i valori cristiani sono stati assorbiti e fatti propri anche dalla cultura laica, pur in assenza di una visione escatologica della vita e ne improntano il pensiero e l'azione, poichè riconosciuti,dagli stessi paladini del laicismo, come valori universali.
La scissione che la civiltà occidentale ha sempre più evidenziato tra Stato e Chiesa, ha fatto seguito all'esaltazione dei valori laici, che sono certo portatori di un ideale di democrazia , ma che non necessariamente debbono essere in opposizione ai valori del credo religioso, o tacciati di contenuti anti democratici.
Senza molta esaperazione concettuale e immaginando di vestire i paramenti di una incontaminata formazione laico-democratica , potremmo giustamente affermare che il potere statale deve venire dal popolo e non può emanare da una persona, da un tribunale o da un ufficio, che stia fuori dal popolo o al di sopra di esso.
Se confrontassimo il valore di questa affermazione e la applicassimo agli esiti e alle reazioni che la sentenza della corte europea ha provocato nella stragrande maggioranza degli italiani, capiremmo subito che questo pronunciamento, non rappresenta minimamente la ideale emanazione laico - democratica, della volontà di un popolo, ma il suo rovescio.
Poichè se esistesse o fosse ipotizzabile un referendum abrogativo di una sentenza, nei fatti questo sarebbe già avvenuto e le motivazioni della corte europea già cancellate , dalle scelte e dalle proteste del popolo italiano.
Se poi volessimo analizzare la problematica della presenza o meno del crocefisso negli edifici pubblici, osservandola dalla prospettiva di una disciplina tra le più laicizzate , come la sociologia , dovremmo affermare che il cristianesimo possiede degli archetipi, che sono stati e sono in grado di strutturare l'esistenza dell'uomo e di collocarlo all'interno di ciò che è universalmente classificato come" società"; poichè del cristianesimo sono emanazione ,quei principi che hanno accompagnato nei secoli, i travagliati processi e difficili percorsi , nati da quel seme cristiano , che fu progenitore di tutte le democratizzazioni.
Tanto basti alle prerogative che laici e laicismo chiedono allo Stato, per sancire quanto il crocefisso sia rappresentativo di quelle stesse peculiarità ed aspirazioni. Poichè se la figura del crocefisso rappresenta per chi crede, il simbolo alla base della propria fede religiosa , esso è contemporaneamente ed efficacemente in grado di rappresentare e richiamare quei valori che storicamente da quella stessa figura, derivano e che sono civilmente così rilevanti per un laico.
Nè penso che Cristo e il Cristianesimo abbiano avuto come sola derivazione e diffusione la Chiesa o le chiese,ma penso che la seconda origine autentica e piena del cristianesimo sia la cultura intesa come rinnovamento etico ed intellettuale , che ha attraversato per secoli l'Europa ed i cui popoli hanno praticato, svolto e sviluppato, trasformandola in vera e propria identità. Nei fatti,senza questa inconfutabile presa di coscienza, la nostra moderna cultura sarebbe incomprensibile e sarebbe inspiegabile.
Ho invece la conferma storica, che nulla di quanto le diverse dottrine politiche o religiose abbiano nel tempo formulato, di utile, nuovo e concreto attorno all'uomo e alla società, dopo di Cristo ,sia stato detto o sia risultato in contrasto con Lui.
Alla Lega e ai suoi attivisti, oggi più che mai ,attenti ed impegnati nell'affermare la Croce come segno di quell'identità , nazionale ed universale che il cristianesimo rappresenta, mi preme ricordare che il cristianesimo è una religione totalizzante e che il Cristo inchiodato su quel legno che guarda il mondo dal punto più alto è anche colui che ha detto : " Venite benedetti del Padre mio, riceverete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.Perchè io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno : Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? E quando ti abbiamo visto ammmalato o in carcere e siamo venuti a visitarti ? Rispondendo il re dirà loro: in verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me." Matteo 25.
La Signora Lautsi, di origini finlandesi , ma ora cittadina italiana, allorchè decidesse di raggiungere la sua patria natale, non dimentichi di chiedere allo Stato di sostituire la bandiera nazionale dove campeggia una imponente Croce azzurra . Eviti inoltre di portare i suoi figli in molte nazioni nelle cui rispettive bandiere, è iscritto il simbolo della Croce, poichè una tale visione potrebbe assumere , per i suoi figli, un significato discriminatorio sotto il profilo religioso.Può invece con più tranquillità far loro visitare lo Stato della città del Vaticano, sulla cui bandiera non compare alcuna croce e che secondo la sua prospettiva dovrebbe apparire più consona ,senza quel simbolo, a rappresentare la laicità di uno Stato.
Pubblico in calce al post: " Limbiate 30 novembre 1942", il commento ricevuto da un lettore che non conosco ed a cui mi rivolgo con un doppio appellativo, essendo ardua ed incerta la declinazione degli pseudonimi.
Sono lieto che abbia reputato interessante il documento e che mi abbia riservato la cortesia di qualche riflessione. Il suo interesse mi consola e rappresenta un indiretto rimedio all'assenza di un pur minimo cenno di ringraziamento per l'opportunità che le è stata offerta.
In merito alle sue considerazioni, debbo farle notare che sono avulse dal contesto ,dalle vicende e dal clima storico in cui l'ordinanza ,riprodotta nel manifesto, viene emanata. Nè sono agevolmente percorribili, i parallelismi e i richiami che Lei intreccia raffrontando quel periodo con il momento attuale.
Cerco brevemente di ambientare quel manifesto nel contesto storico di allora. Nel '42 l'Italia è in piena guerra, il suo esercito con scarsità di mezzi è impegnato su più fronti, e già si materializzano le avvisaglie della sconfitta, tra poco inizierà la ritirata di Russia. Gli italiani si preparano al terzo Natale di guerra; tra la disperazione per gli stenti e l'angoscia per le incursioni aeree ,che facevano letteralmente tremare, ad ogni suono di sirena.
Nella seconda metà del 1942 i bombardamenti sulle città si erano fatti più fitti e più duri ; a giugno viene bombardata pesantemente Palermo , il 22 Ottobre, 85 aeroplani Lancaster sganciano su Genova 200 tonnellate di bombe, il 20 Novembre è sotto bombardamento la città di Torino.
A Milano dal tardo pomeriggio del 24 ottobre fino alla notte del 25, si susseguirono diverse ondate di incursioni. Il numero dei morti, dei feriti si conta a migliaia. Molti palazzi sono distrutti, moltissimi restano senza casa.
Dalle Città in macerie, oramai lo sfollamento è obbligatorio. Non sono a dover fuggire i cosidetti borghesi, che se ne erano già andati nei poderi e ville di campagna, ma coloro che vi erano rimasti, non avendo altra scelta abitativa.
Inizia per chi è rimasto senza casa, la fuga dalle Città, una fuga disordinata, indiscriminata; si parte come si può, con qualsiasi mezzo, a qualsiasi costo.
Altri che hanno ancora in piedi la casa , per paura dei bombardamenti notturni, la sera, dopo un giorno di duro lavoro ,si accalcavano su corriere o treni, per passare la notte in periferia, verso la campagna ; poichè ritenuta non soggetta a bombardamenti , trovando ospitalità presso contadini o famiglie di amici e parenti.
Anche a Limbiate come in tutti i comuni della cintura milanese confluiscono gli sfollati, li accompagnano la paura e la fame; molti trovano ospitalità e aiuto. Ma c'è anche chi specula sulle loro condizioni ed approfitta delle loro necessità, della loro fragilità , chiedendo affitti esorbitanti.
Le autorità centrali,civili e militari, mentre tentano di sminuire e mascherare i morti e le distruzioni delle incursioni sulle città, con le veline di regime passate ai giornali; trattano gli effetti dei bombardamenti, della difesa dei civili, della organizzazione degli sfollamenti, con superficialità da irresponsabili .
Poco prima dell'entrata in guerra , Mussolini nel corso di una riunione della Commmissine suprema di difesa afferma : " Bisognerà evitare lo sfollamento, infatti l'Italia è piccola , e se da una parte si sfolla si produce affollamento altrove". Caro lettore , altro che svolgimento di ciò che lei chiama: "compito sociale !
Non si può paragonare il controllo sulle persone, oltre che sul territorio, che è sempre avvenuto ed avviene ancora in tutte le dittature, con la libertà che oggi gli Stati democratici si impegnano quantomeno a garantire a tutti noi.
Il censimento degli sfollati e delle dimore sfitte aveva certo l'intento di calmierare ed evitare picchi speculativi, nelle richieste di canoni fuori mercato, ad opera di squallidi approfittatori; ma sottendeva anche una vero e proprio controllo di polizia, al fine di continuare il monitoraggio delle persone, già attenzionate e ritenute pericolose dal regime.
Il vero fine , inevitabilmente congiunto ad un azione calmieratrice e di ricognizione degli alloggi disponibili, era il controllo delle persone.
Non tessa, in merito a questa circostanza, gli elogi del periodo fascista, analizzando un ordinanza con i caratteri del contingente controllo di polizia, nè attribuisca ,semplicisticamente seppur con amarezza , meriti agli Amministratori locali dell'epoca, definendoli :"molto più coscienti e su alcuni versanti , più preparati ad amministrare una comunità". Molti tra loro furono onesti ,coscienti e preparati; benchè onestà , coscienza e preparazione non fossero tra i primari requisiti voluti e graditi al regime.
Non strumentalizzi le norme che regolano l'immigrazione, con facili ed antistorici accostamenti. Personalmente ritengo che i recenti provvedimenti in materia di stranieri clandestini, debbano essere rivisti, modulati e ripensati in termini di rispetto della persona e di umanità; ma anche in termini di reale efficacia, nei controlli e nel contrasto al'immigrazione clandestina, finalizzando gli interventi di sostegno allo sviluppo nei paesi di provenienza; senza tralasciare il diritto sacrosanto alla sicurezza, che deve essere garantito ai Cittadini dei Paesi ospitanti .
Constato comunque, che nonostante le difficoltà affrontate dai paesi democratici, nel governo dei flussi migratori; in questi paesi vige, anche ed ancora, per il clandestino denunciato,la possibilità di veder o meno convalidato il provvedimento di espulsione ,da parte di un organo giudicante .
Termino ricordandole che durante "il ventennio", periodo da lei usato a paragone; quanto oggi ha scritto in piena libertà di espressione, esercitando il diritto di critica e di divulgazione del suo commento, avrebbe comportato per Lei, la convocazione in gendarmeria , la denuncia, forse l'arresto; di sicuro la schedatura , preceduta dalla violenza fisica e seguita dal consueto trattamento di pulizia gastro enterica.
Mi spiace che la sua leggerezza di giudizio e la critica aprioristica all'odierna compagine sociale, alla sua amministrazione, le abbia fatto commettere l'imperdonabile errore di paragonare le attuali Istituzioni Repubblicane, con un periodo storico il cui bilancio complessivo, retaggio inevitabile di tutte le dittature, ha prodotto lutti, distruzioni e privazione della Libertà.
Per fortuna, la storia ci insegna che tutto quanto si fa contro la Verità e la Libertà, o in loro favore, alla fine queste azioni giovano alla causa stessa della Verità e della Libertà; a dispetto non solo dei nemici che le opprimono; ma anche di quelli che le deturpano.
Manifesto per la disciplina del mercato degli Affitti
- 30 Novembre 1942 -
Mi piace inserire tra gli articoli del blog e condividere con i miei 3 affezionati lettori, i documenti da me rinvenuti, che parlano della storia del nostro Comune.
Non ritengo di dover aggiungere commenti alla cruda rappresentazione della realtà, che il testo lascia intuire.
- Non vi è libertà, ogni qualvolta le leggi permettono che, in alcuni eventi, l'uomo cessi di essere "persona" e diventi "cosa"- Cesare Beccaria ( 1738 -1794 )
Il 9 novembre 1989, cadeva sotto la spinta degli aneliti alla democrazia e alla libertà di un popolo, il muro che ha lacerato la Città di Berlino
Per 28 anni ha rappresentato, la tangibile realizzazione della così detta : “Cortina di Ferro” e della ancor più angosciante "Guerra fredda" . Quel muroha materialmente diviso in due la Città, la frontiera tra est ed ovest correva in mezzo a strade e palazzi ;ma in realtà ha diviso l’intera Europa e i suoi popoli.
Ha disgregato intere famiglie, ha negato la libertà a una generazione, ha rappresentato l’epitaffio,dei perseguitati, dei carcerati, dei martiri; un lungo epitaffiodi cemento, le cui parole sono intinte nel sangue, dei fuggitivi caduti, sotto i colpi delle mitragliatrici.
Una legge della nostra Repubblica: la legge n° 61 del 15 Aprile 2005, ha riconosciuto il 9 novembre,ricorrenza della caduta del muro, come "Giornata della Libertà", simbolo della riconquistata democrazia e auspicio per la liberazione di quei popoli ancora oppressi e schiavi dei totalitarismi.
La libertà è un valore inalienabile ed insostituibile, senza di essa l'uomo non è più persona . Ci accorgiamo della sua vitale importanza , solo quando ci manca, non solo in termini di privazione assoluta, ma anche quando essa viene deturpata e sminuita per difetto di giustizia, di cui la libertà è una componente inscindibile, ed al cui raggiungimento, non va mai sacrificata .
All'inizio dell'ultimo Consiglio Comunale, su proposta dei gruppi di maggioranza ,accolta senza indugio da tutti i gruppi politici,si è commemorata questa ricorrenza e invitato ad organizzare; in ossequio all’articolo 2 della leggen° 61 del 15 aprile 2005, “Una cerimonia commemorativa ufficiale e momenti di approfondimento nelle scuole, che illustrino il valore della democrazia e della libertà, evidenziando obbiettivamente, gli effetti nefasti dei totalitarismi, passati e presenti.”
Il Generale Armando Diaz proclama la vittoria. La "grande guerra" è finita. E' stata , in realtà la sconfitta sulla Vita, la sofferenza dei feriti e la miseria dei sopravvissuti .Il numero dei morti,tra le nazioni belligeranti, è stato calcolato in oltre 15 milioni.
Oggi questa ricorrenza, è la festa dell'unità nazionale e delle forze armate
Soldati
Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie
Giuseppe Ungaretti (1888 - 1970 ) Bosco di Courton luglio 1918
La "questione morale", tanto dibattuta negli anni di "tangentopoli ", con il dovere all' onestà di chi ricopre una carica pubblica, e successivamente vissuta dalla gente, con una campagna moralizzatrice che puntava il dito contro il cattivo uso della cosa pubblica, è rimasta ancora purtroppo irrisolta. La politica delle prime e seconde Repubbliche, non è stata in grado di affrontare esaurientemente la delicata e imprescindibile questione. A questa primigena questione morale se ne è aggiunta adesso, una nuova.
Le notizie che ci giungono in questi mesi, mediate dalla cronaca, sui costumi ,sulle abitudini e sulle scelte, più o meno tendenzialmente, "affettive" di personaggi pubblici, investono di nuovi significati la cosidetta "questione morale" assumendone non solo i connotati dell'onestà nella gestione della cosa pubblica, ma anche le caratteristiche della ricerca e del giudizio sui comportamenti , che coinvolgono la sfera privata, delle persone che rivestono cariche pubblche .
Il dramma che ha interessato il Governatore Marrazzo è stato raccontato dai mezzi di informazione con crudezza, spesso si sono ricercate notizie e particolari da "romanzo d'appendice ", nel tentativo di sconvolgere la "pruderie" di qualche lettore o di saziare la curiosità delle novelle "tricoteuses" , intente ad annodare la maglia. davanti al moderno patibolo televisivo e in attesa che il sangue coli dallo schermo .
In alcuni salotti mediatici, la curiosità squilibrata dello spettatore, è stata soddisfatta con ospiti esibiti , come "corpi di reato" oppure come corpi , attraverso cui è possibile commettere un ipotetico reato o un supposto peccato.
La dovizie di informazioni, si pone in stridente contrasto, con la carenza di "pietas" e con la mancanza di comprensione, verso una persona che ha visto la propria dignità, ma anche quella dei propri familiari, calpestata e derisa. Vagliata secondo i canoni di una morale, che ha le fondamenta su di una sorta di egoismo giudicante; senza considerare e riflettere che le imperfezioni della persona giudicata, sono in molte circostanze le nostre stesse imperfezioni. Senza chiederci, se la trave che sta nel nostro occhio, è più grande della pagliuzza nell'occhio degli altri.
L'animo umano è un insieme di bene e di male in continua, incerta lotta fra loro; in esso coabitano opere di immensa carità e gesti di sconsiderato egoismo; è così per i potenti, per i politici, per i religiosi , per la gente comune. Tuttavia, tra chi sceglie di condannare il "peccatore"anzichè l'errore, preferisco la condanna dell'errore e la misericordia nei confronti del peccatore. Ricordo che il principio guida indicato da Papa Giovanni XXIII, fu quello di usare: "la medicina dellamisericordia". Con questo annuncio del principio della misericordia ,contrapposto a quello della severità, è avvenuto un cambio di passo, anche nell'azione della Chiesa ,avvalorato poi dai documenti conciliari.
Le leggi ci impongono di evitare quel male , che gli Stati identificano e i tribunali condannano come reati ; ma la morale innalza un tribunale più alto di quello delle leggi. Per i tribunali è sufficiente non violare le leggi; la morale non si accontenta che noi evitiamo il male, ma vuole che operiamo per il bene , che non rimaniamo impassibili dinnanzi all'affermazione del male. Per i tribunali la indifferente staticità di un individuo di fronte al male, non è oggetto di giudizio e di condanna, basta che personalmente non commetta il male e così comportandosi non commetta reato.
La morale, non parla di reati , parla di peccato; le sue prescrizioni non sono leggi dei tribunali di stato, la morale chiede di improntare le nostre azioni al bene; non ci chiede solo di sembrare virtuosi, ma di esserlo davvero.
L'esercizio del potere, di qualsivoglia tipo, spesso investe la mente di chi lo esercita di una sorta di presunta onnipotenza e della inconscia illusione, di poter esorcizzare con l'attuazione di tutto quanto desiderano, le paure e le angosce insite nel destino stesso dell'uomo, orientato verso la vecchiaia e la conclusione dell'esistenza.
Da qui emerge la sproporzione tra il senso della politica, contaminata da un distorto esercizio del potere, e il valore della politica intesa come costruzione del bene comune, come attenzione agli esiti, che le scelte e le decisioni della politica, hanno sulla vita degli altri cittadini.
La condanna morale per chi riveste cariche pubbliche, si può anche ingannare; ed evitare con accortezza, che la stima sin ad un certo punto conquistata, possa incrinarsi sotto i giudizi della pubblica opinione.
Ma quando, pur nella limitatezza dei comportamenti umani e nella loro insita fallibilità, arriva per il potente il momento della presa di coscienza dei propri errori; allora inizia il cammino, per il recupero di quella più importante stima di se stessi ,che non si inganna mai e della stima dei propri familiari, che la debolezza di un momento, illusoriamente forte, perchè vestito dei paramenti del potere, ha fatto vacillare.