domenica 22 novembre 2009

Agli Anziani del Villaggio dei Giovi in occasione della festa annuale e a tutti gli Anziani

" Vecchi che facciano di professione il vecchio non ne conosco nessuno. Io sono vecchio, ma non saprei dire da quando lo sono , perchè non ho mai avuto la sensazione di passare un limite, così da dire: - Adesso faccio il vecchio" ( IGNAZIO SILONE 1900 - 1978 )




Carissimi "Anziani",
ho sempre riconosciuto in Voi, la memoria della nostra cultura, delle nostre radici e un impareggiabile patrimonio di esperienza e di saggezza. Siete le persone che hanno contribuito a collocarci nella condizione di benessere che la nostra società sta vivendo.

Siete coloro che hanno donato senza nulla chiedere, a cui spesso sono capitati figli che senza alcun segno di gratitudine , senza compassione,tutto chiedono senza nulla dare.


Ma ciò che sempre più rattrista è l'esclusione all'interno della stessa famiglia.Vi siete formati in una società ove il "nonno", anche se con un affievolità capacità fisica, era un autorità al vertice della piramide familiare.

L'attuale società pone al centro degli interessi la produttività , il successo, l'apparenza, il consumo rapido e sfacciato , un individualismo esasperato e in continua competizione . Alcuni di voi oggi, provano sulla pelle la bruciante ferita , apertasi tra la società di un tempo e quella attuale, ferita che nel conto quotidiano della vita si chiama solitudine. Alcuni di voi senza clamori,per pudore o riservatezza, sopportano in silenzio quelle situazioni di disagio esistenziale, per le modeste e insufficienti condizioni economiche, che nel linguaggio della sociologia, si riassumono nel concetto di emarginazione.

Molte cose sono state fatte in termini di servizi ed opportunità, molte ne rimangono da fare; ma la più importante è quel cambio di prospettiva, che serve ad identificare quella parte di noi stessi, che gli attuali modelli sociali tendono a farci rimuovere e dimenticare; quella parte di vita che negli altri si chiama: malattia, bisogno, solitudine,vecchiaia.

Il mio augurio in occasione della Vostra festa , è quello di vedere sempre meno Anziani , che facciano di professione l'anziano, ma Persone inserite nella società con l'interesse e la funzione più nobile: quella di dare e ricevere Amore ,pieni di luce, padroni di sè, risorsa unica ed irripetibile per la società e le loro famiglie, forti della consapevolezza, che si diventa veramente vecchi solo quando si smette di credere che potenzialmente tutto è possibile.


Consapevoli che se anche qualcosa è accaduto, se la pelle non è più liscia, i capelli non sono più folti, i movimenti sono lenti; tutto ciò è un fatto secondario. Quello che conta per noi è la loro storia come Persone, ciò che ci guida è l'amore per la loro bellezza, ciò che ci affascina è il cammino che vogliamo continuare a fare con loro, ciò che assieme vogliamo condividere sono i valori , ciò che chiediamo è il miglioramento della loro qualità di vita, della loro sicurezza ed autonomia economica. Tenendoci per mano e sfidando con loro, lo scorrere del tempo.






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