sabato 31 ottobre 2009

La mestizia, il ricordo e il saluto, a chi prima di noi, ha solcato queste zolle

Finalmente mi congiungo col mio destino
A questa sera rovinosa mi portava

il labirinto molteplice dei passi

che i miei giorni hanno tessuto fin da un giorno

dell'infanzia.

Finalmente ho scoperto

la recondita chiave dei miei anni

la lettera mancante, la perfetta

forma che Dio conosceva dall'inizio.

Nello specchio di questa notte raggiungo

il mio insospettato volto eterno.


Jorge Luis Borges ( 1899 - 1986 )


E' consuetudine nel giorno dedicato al ricordo dei defunti visitare i cimiteri e portare in dono fiori sulle tombe dei propri cari.

E' un omaggio, che riflette gli affetti e il bene ricevuto da loro e che vorremmo simbolicamente ricambiare con un semplice gesto di riconoscenza. Vorremmo far sentire ancora le nostre attenzioni, vorremmo che sapessero che non li abbiamo dimenticati, vorremmo fossero ancora tra noi, vorremmo ancora le accese discussioni, le piccole e grandi gioie condivise, le difficoltà superate in comune, la felicità per un figlio e le immancabili preoccupazioni. In una parola il desiderio, che la nostra e la loro Vita, fossero ancora qui, assieme.

Dimenticando a volte, che sin dal primo dei nostri e loro giorni, ci accompagna la speranza del messaggio cristiano, che supera tutti i nostri terreni vorrei, poichè assieme saremo sempre, pur con un breve intermezzo tra fango e zolle , tra luci ed ombre di un limitato amore, tuttavia proiettato nella Luce di un Amore più grande, che accarezza con loro, le nostre vite, dal Cielo.



venerdì 30 ottobre 2009

Furto sacrilego



"Ove e quando ferma e serena rifulge l'idea divina, ivi e allora le città surgono e fioriscono;ove e quando ella vacilla e si oscura, ivi e allora le città scadono e si guastano"

(G. Carducci 1835 - 1907 ) tratto da: Opere , X ,332

Durante la notte , dall'altare maggiore della chiesa di Pinzano, dedicata ai S.S. Cosma e Damiano è stato divelto il tabernacolo. Si tratta di un opera incastonata nel complesso monumentale dell'altare, di probabile manifattura settecentesca, in stile tardo barocco; con un alzata in marmo , su cui poggiava il crocefisso. Dal raffronto tra le due foto, si nota, che oltre al furto del tabernacolo è stato provocato un gravissimo danno ai manufatti lapidei dell'altare.

Questo atto non è solo una violazione sacrilega. Offende la cittadinanza, poichè colpisce i simboli stessi della Fede ed è un insulto al patrimonio storico - artistico della nostra Città.

Ora ci consiglieranno che i provvedimenti da prendere siano di installare antifurti o telecamere; sono utili anche questi mezzi tecnologici; ma serve sopratutto la riscoperta e la coltivazione di quei valori, che da sempre sono stati alla base di una retta coscienza collettiva, patrimonio condiviso da agnostici e credenti.











mercoledì 28 ottobre 2009

Il trionfo del bene



"Rispetta i capelli bianchi: rendi al vecchio savio quegli omaggi stessi che dai a tuo padre " Focilide ( VI sec. a. C. ) Tratto da : Sentenze XCII

In un autolavaggio di Limbiate , un uomo vaga smarrito e disorientato . Un lavorante si accorge di questa persona anziana e delle sue manifeste difficoltà. Lo avvicina, lo prende per mano, lo tranquillizza,raccoglie qualche notizia su dove abiti e si dispone ad accompagnarlo al suo domicilio.
La storia ha un lieto fine ; ma servirà anche la collaborazione della polizia municipale di Bovisio; poichè pur avendo riferito correttamente la Via , il pensionato angosciato e confuso, aveva sbagliato ad indicare il Comune. Da Bovisio è stato riaccompagnato a Limbiate, ove vive e dove ha ritrovato la casa e il figlio.

Stimatissimo lavorante , non la conosco e mi scuso, se per rivolgermi a Lei, devo utilizzare un sostantivo, che indica una mansione, anzichè un Nome e un Cognome.

Il gesto che ha compiuto, sollecita in me una riflessione : tutti dichiarano di volere il bene, non basta dichiararlo , il bene va cercato, va fatto ; perchè trionfi veramente. Un cuore buono, ha maggior valore di tutte le dichiarazioni fatte da politici, sociologi e da ogni dottrina.

Dentro di Noi alberga la sorgente del bene, che non si esaurirà mai, se continuiamo a scavare, perchè la sua acqua affiori, bagnando di speranza, la Mano e la Via.

martedì 27 ottobre 2009

ASSEMBLEA COSTITUENTE - Eletti -

20 Giugno 1946

Manifesto della proclamazione degli eletti
all'Assemblea Costituente






Elezioni amministrative 2011


" La politica non è una scienza, come molti fra i signori professori s'immaginano, ma un arte."
- (Otto von Bismarck 1815- 1897) tratto da: Im Reichstag, 15 marzo1884-

Dal "Giornale di Desio" ,oggi in edicola, emergono le prime indiscrezioni in vista delle prossime elezioni Comunali del 2011 e iniziano a prender corpo e visibilità le prime candidature alla carica di Sindaco. Il settimanale, pubblica un lungo articolo e le opinioni dei potenziali candidati.

Due tra gli sfidanti , alle passate elezioni provinciali , Gianpiero Giardinetti (Pdl) e Sebastiano La Verde, Consigliere Provinciale dell' Italia dei Valori, sembrerebbero disposti, ad affrontare nuovamente la campagna elettorale alla ricerca di consensi, per l'incarico di maggior responsabilità, nell'attività amministrativa limbiatese.


domenica 25 ottobre 2009

Un " Defensor fidelitatis " dalla fronte inutilmente spaziosa


1) "Nomen Domini igitur invocatus". Questa fu per secoli l' allocuzione introduttiva alla sentenze nei tribunali della Santa Inquisizione, che il mio Innominato, Imprudente,Intemperante, Intemerato ( forse), Intonso (errata corrige: Tonso), Insuperabile, Inca...

Mentre scrivo sento una voce lontana,
come trasportata dal caldo vento di Galilea,che mi sussurra lieve:

- Dai basta con le I, ti han dedicato la favola de "La rana e il bove " non quella dell' "Asino di Buridano", tu Carlo una decisione, su quale aggettivo usare la sai prendere.
- Va bene Signora Voce, allora basta aggettivi, ripeto e concludo la frase:

"Nomen Domini igitur invocatus" . Questa fu per secoli l'allocuzione introduttiva alle sentenze dei tribunali della Santa Inquisizione, che il mio Inquisitore M.C. (I suppose) ha nuovamente dimenticato di pronunciare.

2)Non siamo al "grande fratello" o a "miss Italia" e non è mia intenzione fare a gara per vedere chi ha più lettori, o a quale animale più o meno antropomorfo assomigli un autore di post.

3)Credo nella teoria di Darwin e in molte circostanze ho la conferma della sua scientificità.

4) Manzoni, rivolgendosi dalle pagine dei "Promessi Sposi" ai suoi lettori ,scrisse di averne dieci.

5) Per quanto mi riguarda, umilmente penso, che i miei lettori non superino mai il numero di 3 al giorno. Mi ritengo oltremodo soddisfatto.

6) Certifico, mea culpa, di accedere al sito dell' I.D.V. mediamente 5 volte al giorno e che di fronte ad opere di straordinaria bellezza,soffro anche della sindrome di Stendhal.

7) Ammetto di non possedere le capacità tecniche e la stagionata perizia web, del mio dotto inquisitore. Sono un nano al computer, tuttavia non vedo giganti intorno a me.

8) Pur essendo un internauta nano, mi sono accorto delle stranezze del mio contatore ShinyStat e mi ero già ripromesso di verificarne il motivo e di sostituirlo.

9) Non posso accettare che mi si accusi di astuzie, aggettivate dal mio dotto Inquisitore come fraudolente. La deprecata scoperta fatta da M.C è tutta da ascrivere a mia semplice imperizia.

10) Ai conta-tori, preferisco i conta-buoi
; ma posso fare a meno di entrambi. A un gregge di pecore, comandato da un leone, preferisco un branco di leoni, comandati da una pecora.
Non posso aggiungere altro, oggi epoca di tribunali, stampa e costumi Repubblicani, si usa formulare dieci domande o dieci postulati e attendere dieci risposte.( tre volte dieci = trenta)

Con simpatia, caro Blogger del sito dell'Italia dei Valori, è stato un errore nè voluto nè artificiosamente creato,ammetto la mia giovane esperienza nel mondo dei blog.Ho ancora molto da imparare e chi ,come me, è un suo antico, costante, affezionato lettore; può affermare che anche lei, ha gradualmente accresciuto la sua abilità e disinvoltura compositiva nei Blogs , ove il suo pensiero,ha trovato degna ospitalità.


La gallinella, il gambero d'acqua dolce e il Garbogera , culla del tritone punteggiato


"La natura è come una madre elargita in misura immensa, eterna e proiettata nell'infinito"

- Gaston Bachelard ( 1884 - 1962 )-

Ieri pomeriggio, costeggiando il Garbogera, lungo la pista ciclabile che da Pinzano porta a Limbiate, ho visto nell'acqua calma e scarsa del torrente, in prossimità delle case popolari di Via xxv Aprile, due Gallinelle d'acqua, erano esemplari giovani, che infasidite dalla mia presenza si sono subito rifugiate sotto un cespuglio di ortiche.

E' una specie solitaria , frequenta ambienti con acqua stagnante o a corrente lenta e con fitta vegetazione e se nei luoghi che frequenta è a stretto contatto con l'uomo, si dimostra abbastanza confidente e poco timorosa.

Questa estate in corrispondenza del Ponte sul torrente a Pinzano, dove l'acqua e più alta e forma delle piccole golene , mi sono meravigliato nel vedere nuotare delle vivaci alborelle, di diverse dimensioni.

Il Garbogera è un torrente che nasceva nel Comune di Lentate sul Seveso; l'origine attuale si trova nel comune di Cesano Maderno e l'esigua , iniziale portata d'acqua si arricchiva con il percolamento delle piovane, provenienti dai pendii collinari delle Groane .

In passato, il suo breve corso ,si è caricato di reflui delle lavorazioni industriali non depurati e di scarichi fognari , a tal punto che le sue acque assumevano colorazioni che andavano dal violaceo al marrone e avevano un odore acre e pungente, simile a un miscuglio di sostanze chimiche.

Prima della industrializzazione irresponsabile e degli scarichi fognari recapitati nel torrente dalla colonizzazione residenziale lungo le rive , nel Garbogera vivevano gamberi d'acqua dolce e una grande varietà di pesci; si dice vivesse anche il tritone punteggiato, che per esigenze ecologiche necessita di pozze d'acqua, per deporre le uova e dove poi si sviluppano , con la sua fase acquatica larvale.

Questi incoraggianti rinvenimenti faunistici lungo il torrente dimostrano ,che se l'uomo smette di violentare la natura, essa si riprende gradualmente i suoi spazi , riconquistando quell' originario ecosistema, con la vitalità che gli appartiene.

Non sono mancati, anche di recente episodi di inquinamento e alcuni cittadini , che abitano di fronte al torrente, in Via Guido Rossa, hanno protestato per gli odori che provenivano dal Garbogera. Su questo episodio sta indagando la Polizia Municipale e gli organi di tutela ambientale.

Se allora , da un lato abbiamo tangibili evidenze di un miglioramento graduale dell'ecosistema del torrente, dall'altro giungono notizie di episodi di inquinamento , che allarmano e che devono essere puntualmente monitorate dagli organi istituzionalmente preposti al controllo, risalendo ai responsabili, sanzionando e difendendo così questa, ancor giovane, rinascita ambientale.

Manca ancora una cultura di rispetto dell'ambiente, totale e totalizzante,che fatica a divenire patrimonio comune, manca la convinzione che un danno arrecato all'ambiente è una ferita autoinferta alla persona stessa che compie quel gesto di inciviltà ; quando nel greto del torrente, si vedono carrelli abbandonati, plastica, resti di lavorazioni edili, motorini, gettati da persone che non hanno la più elementare consapevolezza di cosa sia l'educazione civica.

L'Amministrazione comunale si è impegnata a stanziare nel prossimo bilancio 50.000 Euro, per opere di pulizia straordinaria del Garbogera. La cifra potrebbe essere insufficiente, ma non dimentichiamo che a questo compito sono chiamati ad adempiere anche la Provincia e la Regione , che vanno sicuramente coinvolte.

Gli sforzi e le risorse economiche messe in campo dal nostro Comune o dai Comuni attraversati dal Garbogera, autonomamente e ciascuno con attenzione al proprio territorio, senza un coordinamento e una visione complessiva, benchè utili e quantomai provvidenziali, rischiano di non raggiungere il massimo dei risultati che le Istituzioni e i cittadini si attendono.

Sarebbe forse auspicabile che attorno ad un problema condiviso si riunissero le rappresentanze Comunali , Provinciali e Regionali, non dico a costituire un autorità di bacino del torrente Garbogera, ma quantomeno a formulare un progetto comune attorno ad un raggiungibile obbiettivo, e cioè : il ripristino di un ecosistema che inizia a dare timidi, ma importanti segnali di rinascita.

Le risorse economiche immesse da ciascun Ente, quando ben coordinate e finalizzate, danno risultati di certo meno dispersivi, più razionali e di indubbio risparmio di spesa se proiettati su larga scala; consentono di ottenere miglioramenti ambientali in minor tempo.

Consentiranno, anche al Tritone punteggiato, di ritornare a scendere dai prati delle Groane, per deporre le sue uova, nel greto del torrente, che ha eletto a culla dei suoi avannotti, prima di noi e nonostante noi.




















sabato 24 ottobre 2009

La Palingènesi del "Palinsesto" in attesa di un auspicabile Palinodìa


" Le sciocchezze che si fanno, possono esser talvolta rimediate; quelle che si dicono sono irrimediabili" - Andrè Berthet (1818 -1888 )-



Il celato aspirante etimologo, nonchè dotto inquisitore in S.P.E. ( Servizio Permanente Effettivo ) dell'I.D.V ( Italia Dei Valori ) Signor M.C. ( I suppose ), in un post pubblicato mercoledì 21 ottobre 2009 , richiamata l'incidentale dichiarazione del Sindaco, a proposito della prima stagione teatrale limbiatese, di cui è imminente l'avvio ; rimarca l'uso improrio del termine "palinsesto", a suo parere inadeguato e scorretto, per indicare la programmazione di questa tipologia di spettacoli.

M.C. (I suppose) così scrive: "Intanto ci permettiamo di fargli notare ( si riferisce al Sindaco) che si chiama "palinsesto" il programma delle trasmissioni televisive, mentre il teatro per fortuna è altra cosa rispetto alla televisione."

Condivido la distinzione, che l'ig-noto relatore mette in evidenza, fra teatro e televisione, ma è talmente ovvia ,che avrebbe altrettanto meritoriamente potuto scrivere: per fortuna le mele sono altra cosa rispetto alle pere.
Non è condivisibile tuttavia, il richiamo alla inidoneità del termine "palinsesto",ad indicare anche spettacoli teatrali.

Prescindendo pure, dalla assodata convinzione, che il linguaggio di un nazione è un patrimonio in continuo divenire e che l' idioma è costruito da coloro che lo parlano; devo tuttavia segnalare ,che il termine palinsesto, indica correttamente anche l'insieme di spettacoli programmati in occasione di una stagione teatrale.

A tale proposito, basterebbe inserire in un motore di ricerca Web le parole :"palinsesto teatrale" per verificare quanto e come il termine "palinsesto" sia utilizzato da critici, registi, attori, membri di fondazioni, sindaci, consiglieri, bloggers, per connotare anche un elenco di opere teatrali.

A questo punto, sarebbe auspicabile, che l'ignoto compositore del post, si esercitasse in una riparatoria palinodìa (sin. ritrattazione), onde evitare, che i suoi magistrali richiami alla purezza linguistica ,diventino argomenti teatrabili, di una noisa commedia senza trama.

giovedì 22 ottobre 2009

AMBULANZA O AMBULATORIO Importante che arrivi un Medico

Sede del primo ambulatorio del medico condotto a Pinzano

" I medici sono utili, non tanto per il fatto che ci fanno inghiottire ogni possibile sostanza, ma piuttosto perchè essi corrispondono ad un bisogno spirituale del paziente o dei suoi parenti: l'eterno bisogno di speranza, di simpatia e di sollievo di cui un uomo che soffre ha estremo bisogno. "

( Lev Nicolaevic Tolstoj 1828 - 1910)



La riorganizzazione territoriale del servizo di medicina di base, con il trasferimento e la concentrazione dei medici, prima operanti nei diversi quartieri, in un unica struttura al Villaggio dei Giovi, ha creato qualche problema ai cittadini.

Gli anziani sopratutto, che spesso sono i più bisognosi di cure mediche, hanno avvertito il disagio; molti hanno difficoltà a raggiungere la nuova sede, devono attendere la sollecitudine di un parente o la cortesia di un amico, anche solo per la prescrizione di un farmaco.

A Pinzano l'Associazione pensionati si è attivata e si sta prodigando per mitigare queste difficoltà ,con un servizio di spedizione e raccolta ricette .Tuttavia questa benemerita attività di supplenza, non si configura e non rappresenta quell'eccellenza sanitaria, che spesso e a ragione orgogliosamente propugnano, i responsabili della salute in Regione Lombardia.

Questo problema è stato manifestato all'Amministrazione comunale, che subito ha coinvolto nella soluzione l' ASL Monza 3 , nuova istituzione sanitaria di riferimento a seguito della nascita della Provincia di Monza e Brianza.
L'ASL ha pubblicato un bando per la copertura di due posti di medicina di base uno a Limbiate e uno a Ceriano Laghetto; con il vincolo, per il medico che scegliesse di esercitare nel nostro Comune, di garantire anche, l'apertura di un ambulatorio a Pinzano.

La vecchia foto , mostra l'edificio ove, nel dopo guerra, esercitò il dottor Giuseppe Tanzi , primo medico condotto stabile ed esclusivo del Comune di Limbiate. In questi locali ( quando fu scattata la foto l'edifico era già in disuso) e nelle altre frazioni limbiatesi operò per più di quarant'anni e quando a settant'anni si dimise, il Comune lo insigni di medaglia d'oro.
Erano altri tempi !

Osservando la scritta : "Ambulanza comunale", ho pensato ad un errore, infatti per ambulanza si intende un autoveicolo attrezzato per il trasporto di malati o feriti, mentre sarebbe stato più corretto scrivere: "Ambulatorio comunale" essendo l'insegna , indicativa di un locale destinato a visite mediche o a cure.

Mi son detto: all'epoca pensavano più alla sostanza che alla forma. Tuttavia mi incuriosiva capire perchè gli Amministratori di allora fossero caduti, in ciò che io ritenevo, fosse un errore di attribuzione. Ho cercato l'etimologia della parola : " ambulanza" e ho scoperto che essa deriva dal francese ambulance, che in origine indicava l'ospedale da campo dell'esercito francese;termine che, a sua volta, discende dal latino ambulare "camminare , andare".

Allora la scritta era più che corretta , infatti poichè era il "medico condotto "ad andare, insomma a de-ambulare,nel luogo ove fosse necessaria la sua opera, il termine ambulanza ben rappresentava forma, sostanza e funzione. Oggi questo sostantivo non indica più un luogo,ove si presta assistenza sanitaria , ma il mezzo con cui si arriva al luogo di salute.

Allo stesso modo, sembra ormai in disuso la " mission" che animava i primi medici arrivati a Limbiate, i quali nonostante i pochi presidi a disposizione e le misere risorse economiche della gente che ricorreva alle loro cure, hanno operato con dedizione totale, reperibili 24 ore al giorno, a conoscenza non solo dei bisogni sanitari, ma pronti anche ad aiutare , per quelle minime necessità materiali, che sono la premessa ad un dignitoso stato di salute.I tempi cambiano e nella vita si cambiano costumi e tradizioni, anche le professioni si adeguano ;ma il diritto alla salute e alla sua agevole fruizione resta immutato .

Non mi interessa ricercare i colpevoli e gli indifferenti o giustificazioni alla situazione di disagio creatasi ; ma ritengo sia giusto informare che l'Amministrazione comunale si è attivata presso l' ASL , che a sua volta ha indetto un bando, per la copertura di un posto di medico di base a Limbiate.

Hanno aderito al bando 49 medici e sin ora, nessuno dei 21 candidati ,sentiti dall'ASL , ha risposto positivamente.


Oggi non è più il medico a de-ambulare, ma il paziente, e se, andare dal medico, per molti comporta un disagio o un scrificio, poco importa.

La scelta, di esercitare la professione in un Comune della provincia o in una piccola frazione, non predispone forse il medico, a vedere riconosciute le proprie spiccate capacità di patologo e di clinico , con una candidatura al premio Nobel ; nè potrà mai alimentare nel candidato, l'ambizione alla nomina di "Archiatra pontificio", stante la distanza con la segreteria di Stato vaticana; ma potrà di certo garantire, maggiormente qui che altrove, quelle soddisfazioni personali e morali ,che più di altre appagano ,chi esercita ancora la medicina intesa come missione.

Senza tuttavia trascurare, la componente di carattere economico , se consideriamo che il potenziale bacino di utenza, supera in molti casi, come a Pinzano, i 5.000 abitanti e che tale situazione demografica, porrebbe in condizione il medico assegnatario, di raggiungere in breve tempo i massimali consentiti dalla convenzione con L'ASL. Come del resto è avvenuto, per tutti i medici, che qui si sono avvicendati.










mercoledì 21 ottobre 2009

DOMENICA 7 APRILE 1946


Manifesto delle prime elezioni amministrative del dopoguerra


Risultati elettorali :

Democrazia Cristiana voti 1154 - 33,8%

Partito Comunista Italiano e Partito Socialista Italiano uniti voti 1930 - 56,5%

Partito Repubblicano Italiano voti 188 - 5,5%

Combattenti e Reduci voti 142 - 4,1%

Il Consiglio Comunale che uscì dalle urne era composto, da 16 membri di maggioranza (Fronte Social - Comunista) e da 4 membri della Democrazia Cristiana, consiglieri di minoranza.

La carica di Sindaco fu assunta da Ettore Pusterla.

Per la prima volta votarono le donne. Nessuna donna compare tra i candidati .

martedì 20 ottobre 2009

IL PIACERE DELL'ONESTA'




"Niente è più facile, che essere onesti, quando si è ricchi; le difficoltà cominciano quando si è poveri"

-David Augustin Brueys (1640- 1723)-


E' stato invece facile, è stato normalissimo
per Pasquale Ricci ,restituire la busta ,appena trovata davanti all'ufficio postale di Via Fiume e il suo contenuto di 2.100 euro, all'anziano pensionato che l'aveva persa. Nonostante fosse rimasto da quattro anni senza lavoro, con la mobilità vicina alla scadenza e le difficoltà a trovare un nuovo impiego.

Stimatissimo Pasquale, immagino quanti curricula avrai spedito e consegnato in questi anni, nella disperata ricerca di un posto di lavoro e immagino le molte delusioni ,per le risposte che non sono arrivate o per quei : " Le faremo sapere"
di cui non hai saputo più nulla.

Tra le varie, spesso inutili, note informative che è consuetudine inserire in un curriculum , per Te basterebbe scrivere una sola parola: ONESTO.

Ti auguro di trovare un datore di lavoro, a cui basti ancora, questa sola parola.

lunedì 19 ottobre 2009

Buon giorno Limbiate

Lunedì 19 Ottobre 2009


( Tratto dagli scritti di Pablo Neruda, 1904 - 1973)


...... Lentamente muore chi diventa schiavo dell`abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all`errore e ai sentimenti. Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l`incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l`amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l`ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità



domenica 18 ottobre 2009

Quando a Limbiate villeggiava lo "scapigliato" Ambrogio Bazzero














Villa Arborio Mella, attuale sede della Biblioteca e dell'aula ove si riunisce il Consiglio comunale è appartenuta alla famiglia Bazzero ; fu il capostipite Ambrogio Bazzero artefice delle fortune della casata, nonno paterno dello scrittore, che alla ricerca di una luogo di villeggiatura arrivò a Limbiate e rese sempre più accogliente quella casa con orto e terre, originariamente adibita a "casa da Massaro".

Fu il figlio di Ambrogio , Ercole, ingegnere e nel 1860 primo Sindaco di Limbiate, dopo l'Unità d'Italia, che trasformò definitivamente quell'edificio colonico in villa , realizzando anche un vasto parco all'inglese , che arriva sino alle prime colline a confine delle Groane.

Nel 1979 la villa fu acquisita al patrimonio del Comune e dopo un completo restauro divenne sede della nostra biblioteca.

Una scritta che spesso ho notato, senza approfondire il puro messaggio commemorativo, all'ingresso del palazzo, quando negli anni novanta, frequentavo con più assiduità la biblioteca, anche in relazione alla mia carica di Presidente e ho rivisto giovedì, in occasione del Consiglio comunale, mi ha motivato a ricercare notizie , sulla storia di quel luogo e delle persone che prima di noi, vi hanno vissuto.

In particolare mi interessava lo scrittore
Ambrogio Bazzero, primogenito di Ercole che aveva acquisito lo stesso nome del nonno. Egli fu esponente non di secondo piano , anche in ragione della giovane età, di quel movimento letterario ed artistico,che la storia della letteratura italiana identifica come "Scapigliatura". Si sviluppò nell'Italia settentrionale intorno al 1860, ebbe il suo epicentro a Milano, e gradualmente si propagò in tutta la nazione.

Avevo appreso, in maniera superficile, chi fosse Ambrogio Bazzero, tuttavia mi incuriosiva conoscerne attraverso le sue opere, la figura e il pensiero; mi venne in mente che l'antico bibliotecario Gaetano, mostrandomi le sale della biblioteca, alla mia curiosità su chi fosse quello scrittore così innamorato di Limbiate, liquidò la mia richiesta all'incirca così : " E' un poeta minore un pò sfigato, melanconico come Leopardi, che ha racchiuso la sua esistenza e la sua poetica nel rimpianto di non aver sposato una ragazza limbiatese di modeste origini , di nome Lidia".

Il ricordo di quella sbrigativa risposta e la rilettura di quella iscrizione, ha stimolato il desiderio di conoscere meglio Ambrogio Bazzero, che prima di noi, aveva scritto tra quelle mura, forse alimentando riflessioni e pensieri su Limbiate, con maggior fedeltà ai temi e ai luoghi , di quanto spesso chi ora vive queste stanze, è in grado di fare.

Il libro "La storia di un anima" meglio esprime le emozioni, gli umori , le malinconie, le sofferenze, che distillano dallo spirito inquieto di Ambrogio; nel suo linguaggio persistono la felicità e la tragedia, la lacerazione della grazia e il dolore per la bellezza.

In particolare il racconto di una giornata a Pinzano, tratta da una pagina del diario, mi ha affascinato , non per motivi campanilistici, ma perchè sono i luoghi a me più familiari e dove posso ripercorrere con la fantasia, come in un
flash back , le emozioni vissute da Ambrogio.
Ecco ,cosa scrisse


Domenica 24 ottobre 1880 - ...... Torno dalla chiesetta di Pinzano.
Perchè su nell'organo guardando giù la chiesetta innondata di luce e di incenso, mi sono sentito tanto commosso? Perchè ti ho desiderato con me?


Poveri contadini, che avete lavorato sotto la pioggia, nel letame,forse colpiti anche dallo sprezzo di noi che passavamo in carrozza, poveri fratelli che sorgerete a vendetta in un dì non lontano, beatevi del sole , dell'oro, dell'incenso della vostra chiesetta. Contribuire a farvi gioire un pò, un sol giorno nell'anno, è affetto, è delicatezza, è forse anche dovere. Ed io come sono egoista!


(Sera) -- Torno da Pinzano dove si è ballato, e sono mesto come tutte le volte che vedo quel tripudio che a me non fu mai concesso . penso che l'educazione che mi diedero i miei parenti fu santa ma stupidina. Vedo anche i giovanetti delle famiglie che ricorrono alla Congregazione di carità, li vedo ballare.
Spettacolo triste! Sento sul volto la polvere che mi gettano i tacchi delle danzatrici : e sono quasi geloso delle mogli altrui.

(Ambrogio Bazzero, "Storia di un anima" Milano- edizioni Treves - 1885)


Mi ha colpito anche, quanto scrisse Emilio de Marchi dell'amico e coetaneo Bazzero. Ne riporto qui alcuni stralci, dalla prefazione al libro - "Storia di un anima" - pubblicato postumo, dove spesso ricorre il racconto e il ricordo alla tanto amata Limbiate.


Così Emilio de Marchi parla di Ambrogio:


Il Bazzero era nato il 15 ottobre
1851 a Milano, da una ricca famiglia. L'essere ricco non nocque a lui, come nuoce a molti che la troppa fortuna confonde e stanca, perchè il denaro non gl'impedì mai di studiare e di fare del gran bene alla povera gente.

Fin da fanciullo, dice un santo libricciuolo che mi fu dato di consultare, Ambrogio mostrò animo così pietoso, che non osava far male a una formica. D'inverno spargeva miglio e briciole di pane sul davanzale della finestra e godeva a vedere gli uccelli che venivano confidenti a mangiare. Era così semplice ne' suoi gusti che un fiore, un frutto, un bambino, un cagnolino rapivano subito la sua attenzione e bastavano a consolarlo e a rallegrarlo.

Questa semplicità di gusto egli conservò sempre, e passeggiando con lui, era curioso il vedere come egli sapesse rilevare il bello e il grottesco nelle cose più comuni, nel saltellare elastico d'un passerotto sull'erba, o nel subito atteggiarsi d'un gatto, o nei ghirigori d'un'inferriata, o nella frase volante d'un vetturale, o in un proverbio di contadini, dei quali sapeva ingegnosamente imitare la cadenza e i fiori del linguaggio.

Dopo il Liceo, in cui fu suo caro maestro Leopoldo Marenco, studiò legge privatamente, cosa di cui si lamentava sempre per non aver potuto apprendere nel libero consorzio universitario la scienza della vita e una maggiore sicurezza di sè stesso. E veramente in lui a trent'anni tremava ancora il fanciullo.

Il pensiero era libero e audace, ma la volontà paurosa. Di questo squilibrio di forze, fra l'occhio che vede e la mano che non osa, egli si querelava spesso con me durante il nostro viaggio di piacere a Firenze e a Venezia, e spesso ne piange anche in questo libro, che è la storia dell'anima sua. Più che i codici amava le sue armi antiche di cui aveva in casa una ricca collezione, i suoi elmi, le sue spade rugginose, le celate, gli stocchi, gli archibugi a ruota. Nè minore era il suo entusiasmo per ogni altra sorta d'anticaglia, mobili, stipi, poltrone, inferriate, tappeti, e non già per moda, come usarono poi molti dei nostri ricchi, ma per il sentimento che gli faceva credere d'abbracciare in quelle cose lo spirito di più generazioni. Alle anime generose è poca soltanto una vita.

Non so dire se più dell'arte egli amasse la libera natura, Fin da fanciullo ebbe sotto gli occhi i malinconici dintorni del suo Limbiate e i grandi boschi di pino silvestre che coprono una vasta zona dell'alto Milanese, luoghi di caccia una volta e di sontuose villeggiature, oggi ingiustamente abbandonate. Per quei boschi, nati nell'ingrato solco della sodaglia, i sentieri si avviluppano in un inestricabile labirinto di selve, fra eserciti agglomerati di conifere, sottili, diritte, vicine, che quasi si toccano, che tolgono la luce del cielo o la lasciano solamente biancheggiare fra ciuffo e ciuffo pallidamente. E scendono e salgono le viottole in un mare di eriche e di felci. Stride la gazza, passa a volo, e va squassando le ali a posarsi sull'orlo d'un laghettone, in cui la piova del bosco si riversa in uno stagno viscido e giallastro che dorme nel silenzio verde della pineta. Tu vai e vai per miglia e per ore e non trovi che solchi, avvallamenti e nuovi eserciti di pini scaglionati su una vetta, talchè ora ti pare d'essere a un valico alpino, ora in un parco reale, ora in un deserto. Non una voce odi, non un fiato, se non è quello del vento che passa al disopra: o tutto a un tratto lo scoppio aspro d'un fucile e il frascare d'un cane. Vai ancora. Il bosco si schiarisce.

Al di là scorgi un non so che di bianco. È un cimitero abbandonato, sepolto nel verde, dove vorresti sdraiarti tutto supino, colle mani in croce, e chiudere gli occhi, e dormire, dormire nel seno molle della madre terra.


" O mio tranquillo cimitero di Limbiate, ti amo"
scrive il Bazzero, mentre al crepuscolo rientrava in villa , aspirando il tenue odore dei legni di pino bruciato che dai focolari dei contadini, si stemperava nell'aria bruna. Rincasando si fermava a guardare " una bambina coi capelli biondi, colle pupille azzurre, una poverina che sedeva sui ciottoli, senza pensiero, col sorriso dei suoi otto anni".




mercoledì 14 ottobre 2009

DUE CHIODI DIMENTICATI

" Le parole sono i chiodi per attaccare le idee"
(A. Godin)



Nell'articolo sopra riprodotto e tratto dal "Giorno"del 13 ottobre u.s. oltre alla cronaca della votazione a Solaro, sulla videoregistrazione delle riunioni in Consiglio comunale, si riporta, a fine colonna, un breve resoconto della determinazioni, sull'identico argomento, che il Consiglio comunale di Limbiate, ha deliberato nella seduta del 28 settembre .

A tale proposito ed in merito alle affermazioni riportate dall'estensore dell'articolo, mi corre l'obbligo di ricordare, che la compagine di maggioranza a Limbiate è costituita da : Pdl, Lega Nord , UDC e dalla lista civica "Si per Limbiate - Romeo Sindaco" . Questa lista esprime, con i suoi sette consiglieri il 23% dell'intero Consiglio comunale ed ha votato, respingendo la mozione, allo stesso modo degli altri gruppi di maggioranza.

Sarebbe utile, allo scopo di garantire una completa e documentata informazione ai molti lettori del "Giorno", che l'estensore dell'articolo non si dimenticasse della lista civica e dell'UDC, e sarebbe oltremodo gradita una conseguente rettifica.

A volte per fretta o per dimenticanza si sottovaluta, l'efficacia, la forza e il potere delle parole. Esprimere un concetto ed elencare poi delle sigle di partito, significa automaticamente rimandare il lettore, al complesso di idee e programmi che sottendono l'azione politica degli stessi ed il mancato inserimento di un gruppo, come nel caso la lista civica "Si per Limbiate - Romeo Sindaco", significa privare il lettore di quell'insieme di idee e programmi, patrimonio di un gruppo, che per la sua originaria, locale, formazione ed impostazione politica, meglio esprime la vicinanza con le problematiche, le istanze e le attese della Città e dei suoi Cittadini.









domenica 11 ottobre 2009

Da "Una rotonda sul mare" alle rotatorie sulla città



".... Una rotonda sul mare, il nostro disco che suona" (Fred Bongusto)











Limbiate - Rotatoria tra le vie : Giotto, Marconi, xx Settembre

Anno di Costruzione : 2008






















Le "coppe giratorie",conosciute a chi ha sotenuto gli esami per la patente di guida qualche anno fa, erano quei manufatti stradali di forma cilindrica che collocati al centro di un incrocio indirizzavano il traffico e regolavano la precedenza dei veicoli, sovente con l'ausilio di un Vigile urbano.

A Limbiate la più blasonata ed autorevole era quella collocata in Piazza 5 Giornate; ma successivamente, possiamo dire che ogni quartiere, proprio per non farsi mancare nulla, ha posseduto la propria coppa giratoria.

Negli anni '50 è invalsa la tradizione di festeggiare, in occasione dell'Epifania, anche la cosidetta : "Befana del Vigile" ed il 6 Gennaio di ogni anno questi manufatti diventavano simbolici offertori, dove la gente portava in dono panettoni, bottiglie, oggetti regalo. Era una dimostrazione, semplice e spontanea ,della gratitudine e dell'affetto verso il Corpo della Polizia municipale.

Arrivò poi la famosa canzone di Fred Bongusto : "Una rotonda sul mare" . E' stata un cult delle vacanze estive,anni '60; nelle sale da ballo era il momento in cui tutti scendevano in pista: le braccia stringevano, per quanto ti veniva consentito, i piedi occupavano lo spazio di una mattonella. Quella musica, era il preludio della passeggiata notturna ,alla vera rotonda sul lungomare,sperando che si trasformasse in una sinfonia fatta di un crescendo di tenerezze , tra il chiaro di luna e lo sciabordio delle onde sulla riva del mare.

Oggi le coppe giratorie sono del tutto sparite, rimane un pò malconcia la rotonda sul mare di Senigallia, che ispirò la famosa canzone, ma nelle nostre Città sono arrivate le rotonde stradali o rotatorie o rondò. Esse sono diventate il sogno urbanistico di ogni Sindaco che si rispetti e di qualche assessore, che non potendosi permettere di attingere alle casse comunali ,per fregiare la Città di una famosa scultura di Giò Pomodoro o di Henry Moore, da libero sfogo alla propria vena scultorea collocando al centro delle rotonde, opere di incerta caratura artistica.

A Limbiate le rotatorie sono funzionali, architettonicamente dignitose,semplici e privilegiano per quella componente aggiuntiva di arredo urbano, l'aspetto del verde e del giardino in miniatura.
A prescindere dalla forma, il tipo di rotatoria della nostra Città è quello che si ispira al modello "francese", non per motivi di grandeur o per ambizioni di portata internazionale, ma perchè ricalcano il modello, nato a Parigi a metà Ottocento, la cui caratteristica è quella di assegnare il diritto di precedenza, ai veicoli che circolano all'interno della stessa

Premetto che sono favorevole alla regolamentazione degli incroci stradali per mezzo delle rotatorie, esse fluidificano il traffico, annullano i tempi di attesa, abbassando di conseguenza lo smog; le statistiche inoltre attestano che si sono ridotti gli incidenti, i morti e i feriti agli incroci.

Sono arrivate all'improvviso, senza una necessaria informazione sulle nuove regole e devo ammettere, che le prime volte ho avuto qualche difficoltà ad improntare un atteggiamento adeguato alla nuova rivoluzione viabilistica.

Con la frequentazione e l'utilizzo ho capito e ho spiegato alla mia amica Valentina, anche lei abbastanza frastornata dalla novità, che le regole di comportamento sono :
- chi giunge nei pressi di una rotatoria, in fase di entrata, deve rallentare, verificare la presenza di veicoli che già impegnano la rotonda , dare loro la precedenza e poi immettersi conseguentemente.
- i veicoli già circolanti in rotatoria hanno il diritto di precedenza rispetto ai veicoli in entrata anche se questi ultimi provengono da destra
- i veicoli sia in entrata , sia in uscita dalla rotatoria , devono dare la precedenza ai ciclisti e ai pedoni sulle striscie pedonali.
- dobbiamo segnalare ogni cambio di corsia all'interno della rotatoria e segnalare l'intenzione di uscirne con gli indicatori di direzione.

Saluto con soddisfazione la recentissima era delle rotatorie; raffrontate ai semafori esse sono l'espressione - mi si consenta l'iperbole - della tanto auspicata autodeterminazione dei popoli, quantomeno in campo viabilistico.




















mercoledì 7 ottobre 2009

DIRITTO ALLA QUIETE



"Le notti rivelano ciò di cui saranno fatti i giorni"

( M. Foucault )



Nei giorni scorsi 60 Cittadini hanno inoltrato una petizione al Sindaco, lamentando schiamazzi notturni e chiedendo provvedimenti . Questi fenomeni avvengono, sopratutto durante il periodo estivo e fortunatamente ora, per motivi stagionali andranno diminuendo,ma il fastidio si ripresenterà con la prossima stagione.


Personalmente trovo sia normale e giusto che i giovani si incontrino, socializzino e vivano maggiormente la nostra città in tutte le sue componenti, di giorno e di sera. Ci preoccupiamo spesso nelle riunioni e negli incontri tra consiglieri, che Limbiate è una città dormitorio e vorremmo che l'Amministrazione promuovesse ,sempre più iniziative affinchè la città sia viva ed animata.


Contemporaneamente come amministratori comunali siamo chiamati a tutelare, in ogni modo il diritto al riposo e alla quiete di tutti gli altri cittadini e ad impedire che le attivtià di aggregazione e socializzazione, che si manifestano anche in ore notturne, degenerino in schiamazzi, rumori, atti di vandalismo.


L'articolo 659 del codice penale in merito al disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone così recita:


" Chiunque mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazione acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a euro 309 ". (1)


Si applica l'ammenda da euro 103 a euro 516 (1) a chi esercita una professione o un mestiere rumoroso contro le disposizioni della legge o le prescrizioni dell'Autorità.


(1) l'ammenda originaria fino a £ 3.000, prevista al primo comma e da £ 1.000 a £ 5.000 prevista al secondo comma, è stata aumentata di quaranta volte dall'art.3 della L.12 luglio 1961, n. 603, recante modificazioni al codice penale e successivamente quintuplicata dall'art. 113 della L. 24 novembre 1981,n. 689, in tema di depenalizzazione."



Sono certo che qualcuno dei firmatari, ha avvertito le forze dell’ordine, perché intervenissero. Come sono certo che qualche volta sono intervenuti; altre volte non sono arrivati, poiché costretti, nonostane la buona volontà, a modulare gli impegni contingenti e l’urgenza degli interventi , in funzione delle priorità da assegnare alle diverse problematiche che , di volta in volta si presentavano sul territorio.


Spesso, l'intervento delle forze di polizia non produce i risultati attesi, perchè al loro arrivo, gli autori degli schiamazzi, si ricompongono , mettendo fine ai disturbi.


Valutiamo quali provvedimenti potrebbe adottare l'Amministrazione


1) Convocare i gestori dei locali,esporre il problema, sensibilizzare e coinvolgere gli stessi perchè svolgano un controllo e un richiamo nei confronti dei clienti che disturbano. Invitarli a contenere il volume degli apparecchi di diffusione sonora dopo una certa ora.

Richiamare i pubblici esercenti all'obbligo giuridico di controllare che la frequentazione del locale, da parte dei clienti, non sfoci in condotte contrastanti con le norme di pubblica sicurezza, attivando, se del caso, le autorità competenti.


2) Emettere un ordinanza, contigibile ed urgente, con l'obbiettivo di contrastare il disturbo della quiete pubblica e i fenomeni di degrado urbano, visto l'art 54 comma 4 D.lgs 18 agosto 2000 n. 267, così come modificato dalla legge 125 del 24 luglio 2008 che assegna al sindaco la competenza di adottare provvedimenti contingibili ed urgenti, al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana. Nonchè in ottemperanza al Decreto del Ministro dell'Interno del 05 agosto 2008.


Questa ordinanza dovrebbe prevedere:


- che i titolari delle licenze di pubblica sicurezza, assicurino che i locali ove si svolge l'attività siano strutturati in modo tale da non consentire a suoni e rumori di esseere uditi all'esterno tra le 23 e la chiusura del locale.


- che ai soggetti di cui sopra, sia fatto obbligo di vigilare affinché all’esterno dei locali e in particolare all’uscita dagli stessi, i frequentatori evitino comportamenti dai quali possa derivare pregiudizio alla quiete pubblica e privata, nonché all’igiene pubblica.

- che laddove si possano verificare particolari fenomeni di degrado e disturbo della quiete pubblica e non vengano rispettati gli orari e le indicazioni operative decise dall’Amministrazione , il Sindaco, in virtù dei poteri a lui conferiti dall’art.54 del D.Lgs. 267/2000 per far fronte a situazioni eccezionalmente dannose per la salute e la quiete pubblica, valuti l’adozione di specifici provvedimenti contingibili ed urgenti per il tempo necessario all’accertamento ed alla verifica delle misure idonee ad assicurare il giusto comportamento tra le esigenze dell’attività dell’esercizio e la tutela della salute pubblica.

-che analogamente si provveda in caso di disturbi causati dalla diffusione della musica ovvero di fenomeni di disturbo che, sia pur non imputabili alla gestione dell’esercizio, siano riconducibili all’attività stessa.

-che in ipotesi di contestazione, alla verifica dell’entità e della gravità delle emissioni sonore provveda, su richiesta del Comune l’ASL.

Considerazioni conclusive

Le finalità di sicurezza e di salvaguardia della salute insite nelle ordinanze e i poteri che il decreto del ministro degli Interni assegna ai Sindaci, sono certamente prioritarie e condivisibili, Tuttavia rischiano di essere inefficati e ricordare le antiche ed inutili grida spagnole, poichè le modalità tecnico giuridiche previste per la loro emanazione, hanno già comportato differenti pronunciamenti dei TAR riservando, a fronte di identiche fattispecie, promozioni o bocciature.

Inoltre tali ordinanze hanno una limitazione temporale e dovranno essere rinnovate, almeno sin quando i fenomeni che la cittadinanza avverte e subisce come degrado della convivenza civile non saranno scomparsi.

Personalmente ritengo che i provvedimenti a tutela della sicurezza urbana, della salute e della incolumità pubblica, potrebbero più efficacemente rientrare tra le prescrizioni di un regolamento comunale, valido per tutto il territorio, senza limiti di durata e deliberate dall'organo collegiale, tra i più rappresentativi della comunità locale che si chiama : Consiglio comunale .

















lunedì 5 ottobre 2009

Il nome della rosa


Monologo finale tratto dal film : " IL NOME DELLA ROSA"

http://www.youtube.com/watch?v=ow4OL1s3x8Y

......... Ripeto ancora oggi a me stesso che la mia scelta fu buona, che feci bene a seguire il mio maestro. Quando alla fine ci separammo,egli mi fece dono delle sue lenti, poi mi disse :Tu hai vissuto in questi giorni mio povero ragazzo,una serie di avvenimenti in cui ogni retta regola sembrava essersi sciolta, ma l'anticristo può nascere dalla stessa pietà, dall'eccessivo amor di Dio o della verità, come l'eretico nasce dal santo e l'indemoniato dal veggente e la verità si manifesta a tratti anche nell'errore del mondo; così che dobbiamo decifrarne i segni, anche là dove ci appaiono oscuri e intessuti di una volontà del tutto intesa al male.
Non lo vidi più, nè so che cosa sia accaduto di lui, ma prego sempre che Dio abbia accolto l'anima sua e gli abbia perdonato i molti atti di orgoglio, che la sua fierezza intellettuale gli aveva fatto commettere. Ma ora che sono molto molto vecchio, mi rendo conto che ,di tutti i volti che dal passato mi tornano alla mente, più chiaro di tutti, vedo quello della fanciulla che ha visitato tante volte i miei sogni di adulto e di vegliardo ; eppure dell'unico amore terreno della mia vita, non avevo saputo ne seppi mai il nome.

Stat rosa pristina nominae
nomina nuda tenemus





sabato 3 ottobre 2009

DISTURBI ALLA QUIETE














Al mio dotto, disinformato inquisitore



Quando 60 Persone inviano una petizione al Sindaco, lamentando disturbi della quiete nelle ore notturne, significa che proprio le hanno tentate tutte.
La raccolta firme, rappresenta un estremo tentativo per manifestare il proprio disagio, una richiesta di aiuto, un richiamo alle Istituzioni.
Ma sopratutto è un implicito gridare che sono Cittadini di questa Repubblica,che in questa Repubblica lavorano, studiano, cercano di viverci, nel rispetto delle leggi e degli altri e che vorrebbero veder applicato, il diritto alla quiete e al riposo.

Anche la mia abitazione si trova in Via Sanzio (luogo prescelto dai disturbatori per le loro notturne intemperanze) e vi posso assicurare che non è piacevole interrompere il sonno, a notte inoltrata, perchè qualcuno ha pensato di installare una discoteca ambulante sulla sua auto, o perchè qualcun altro decide di prolungare la serata di baldorie o di sballi nelle strade.

Più volte mi sono affacciato invitando a smettere, una volta sono anche sceso in strada: il mio invito è stato momentaneamente ascoltato; tuttavia nelle sere successive il disturbo si ripeteva. Ho informato, esposto il problema, sollecitato soluzioni a chi per competenza ha il compito di intervenire.

Di queste mie concrete azioni, vorrei informare il mio dotto ed ignoto (sic) inquisitore, che da una pagina del blog, dove trova ospitalità il suo imbelle e felpato digitare, così scriveva lunedì 7 settembre 2009: "La maggioranza di centrodestra non può non sapere,proprio in quella zona abita un consigliere comunale di Forza Italia, eppure egli tace, fa finta di nulla."
Quel consigliere sono io. Decisamente qui, dico al mio dotto inquisitore, che ha scritto una falsità.

Probabilmente lo ha fatto per leggerezza, per carenza di informazioni o forse perchè non conosce Pinzano e la sua gente; forse non era a Pinzano, quando avrebbe potuto o dovuto esserci . Oppure, con tutto l'altruismo di cui è capace e con i mezzi di cui dispone, ha puramente cercato di contribuire a risolvere il disagio di alcune persone; aggiungendo magari "ad abundatiam" un richiamo a qualche avversario politico della zona, tentando di screditarne l'immagine e nella speranza di trarne un tesoretto di consensi elettorali.

Poco importa all'ignoto inquisitore, se il manifesto del suo altruismo, in qualche punto, zoppica o si regge sulle grucce della menzogna .Mi spiace, purtroppo nella falsità non c'è nobiltà di pensiero e di azione.
Allodole da incantare con luccicanti specchietti, non ce ne sono e le poche rimaste sono troppo impegnate a lenire, con il collirio della ragione, gli effetti delle lontane campagne "venatorie".

A Pinzano, l'abbagliante luce che annunciava radiosi e progressivi destini, l'abbiamo già sperimentata negli anni passati ad opera di locali ed importati venditori di fumo e di illusioni, alfieri di una trascorsa stagione politica. Una luce fatua che ha gettato, per molti anni, il quartiere in una profonda oscurità sociale e da cui ne siamo usciti grazie al costante lavoro delle Associazioni, della Parrocchia ,delle Amministrazioni Comunali, di molti noti ed anonimi Cittadini, nonchè, grazie al contributo personale, di chi ora pubblica queste righe.

Ai tempi del processo a Galileo i dotti maestri dell'allora Santa Inquisizione, conoscevano già la sentenza dei loro tribunali e al malcapitato, per il solo fatto di sentirsi inquisito, onde evitare ben più dolorose conseguenze, non rimaneva che dichiararsi colpevole.
Per fortuna quei tempi sono lontani, ma a volte la nostalgica emulazione, dimora ancora in qualche novello, apprendista inquisitore.
Vale la pena ricordare, che in epoca più recente, un famoso Magistrato inquirente,ora indiscusso leader di partito, prima di emettere sentenza, ti avrebbe almeno spedito, un avviso di garanzia.

Tanto, " pro veritate" dovevo, al mio ignoto, avventato, disinformato Inquisitore.

Sul problema dei disturbi, la cui soluzione coinvolge i miei esasperati concittadini, ritornerò con un prossimo articolo.


PICCOLO MERCATO DEL SABATO DEL VILLAGGIO



Quattro case, abbracciano la piazza. Una vera piazza, non di quelle imposte, che faticano a diventare spazi di vita e socializzazione.
E' uno spazio cresciuto attorno alla volontà della gente, uno spazio cercato e costruito non per imposizioni urbanistiche, ma perchè già in origine questa piazza era un antico cortile , di quei cortili lombardi ove si mischiavano,a seconda delle stagioni, il sudore di contadini, il profumo dell'erba affienita, l'afrore degli animali d'allevamento, e i rumori e le voci del vivere quotidiano.
Era uno di quei luoghi, come altri a Pinzano, così identificati ed identificanti, che quasi sempre accanto al nome di chi vi abitava ,seguiva come un toponimo, il nome del cortile da cui proveniva, quasi fosse un titolo nobiliare : la " Maria della court nuoeva" el "Carletu de la Baia" ; nel nominarli diventavano tanti " Principi di Salina", tanti "Ferdinando di Aragona"
Ora le quattro case abbracciano ogni sabato, un mercatino fatto di quattro bancarelle: una pescheria, un banco di alimentari, un fruttivendolo, un venditore di abbigliamento, e uno di detersivi.
Dopo l'inaugurazione, circa 8 anni fa,il piccolo mercato ha resistito ma il numero di ambulanti si è gradualmente ridotto, vuoi perchè attratti da mercati più importatati e remunerativi, vuoi perchè la gente ha cominciato a non frequentarlo.
In questi ultimi mesi si sta rivitalizzando. E' un servizio richiesto dal quartiere già negli anni 90 ; ma come tutti i servizi, per evitare che si spenga, deve essere mantenuto attraverso la partecipazione della gente.
Spesso scendo nella piazza, dialogo con gli ambulanti ed avverto la fatica e l'incertezza del loro lavoro, già provato dalla crisi economica, che stiamo tutti attraversando.
Non sento le voci e i profumi di un tempo; ma sento le voci e incontro le persone che abitano in questa piccola enclave identitaria che è Pinzano. E' un momento di socializzazione che non dobbiamo perdere. Questo risultato dipende in larga misura anche da noi.